Il
progetto “Bologna Capitale del Gusto” era nato con l’obiettivo di
restituire ad un territorio (l’Emilia –Romagna) e ad una Città (Bologna)
una legittima funzione di Capitale del Gusto, che gli è dovuta anche
perché patria dell’autentico legislatore della sapienza gastronomica
italiana, Pellegrino Artusi, che sulla cucina bolognese espresse questo
indiscutibile giudizio: ”Quando sentite parlare della cucina bolognese
fate una riverenza, ché se la merita. È un modo di cucinare un po’
grave, se vogliamo, perché il clima così richiede; ma succulento, di
buon gusto e salubre, tanto è vero che colà le longevità di ottanta e
novant’anni sono più comuni che altrove”. A lui risponde Guido Piovene:
“La più ricca e celebre cucina d’Italia”. Si tratta dunque di una vera e
propria investitura, almeno per quanto riguarda il passato. Ma, ciò che
è più significativo, Bologna può dirsi la capitale della gioia di
vivere. Lasciamo per questo la parola ed Enzo Biagi: ”Dalle nostre parti
vivono gli ultimi epicurei e tutto riporta ad un senso concreto
dell’esistenza…. E’ certo una terra di gaudenti”. E d’altra parte, sia
perché da sempre nodo di intensi scambi commerciali, sia perché sede
della quasi millenaria Università, Bologna è sempre stata abituata a
ricevere ospiti da ogni parte del mondo, a conoscerne e ad apprezzare le
loro specialità, gastronomiche e non. Quindi tutti i paesi desiderosi
di far conoscere i loro prodotti, le loro bellezze, possono trovare a
Bologna un pubblico attento ed interessato.
Dopo tre fortunate edizioni ( Bologna 1, Bologna 2 e Monghidoro), l'iniziativa ha subito uno stop
informativo che, nel 2014, il nuovo Comitato Promotore intende superare, grazie alla
partecipazione dell'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei
del Gusto, dell'Associazione l'Altratavola e del network multimediale
L'Italia del Gusto.
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