L’azienda agricola “I Cappucci” sorge nella zona collinare di
Borgonuovo di Sasso Marconi e più precisamente sulle “Colline
Marconiane” in prossimità del Mausoleo eretto a memoria di Guglielmo
Marconi.
La proprietà si tramanda di padre in figlio sin dal 1896 ed ora si è
arrivati alla quinta generazione presente in azienda. “I Cappucci” si
estendono su una superficie di Ha.18.30 di cui 7 ettari circa investiti a
vigneto specializzato. Il terreno di buona fertilità di natura argillo-
calcarea con struttura fine, sufficientemente compatta e
particolarmente vocato alla vitivinicultura di pregio. La vite nelle
varie forme di allevamento è sempre stata presente nella attività
aziendale, dagli anni 60 in poi, la coltura ha via via assunto sempre
più una determinante importanza economica. I primi imbottigliamenti ad
indirizzo commerciale risalgono al 1970 mentre nel 1980 si è provveduto
alla ristrutturazione del fabbricato rurale ivi compeso le cantine che
occupano tutto il seminterrato. I vini prodotti sono per la quasi
totalità a Denominazione di Origine Controllata ed anche la grappa è
ottenuta con le vinacce di uve Pignoletto a D.O.C. dei Colli Bolognesi
prodotti in azienda.
Azienda Agricola I CAPPUCCI
Vini D.O.C. dei Colli Bolognesi
via Moglio, 44 Sasso Marconi 40044 (BO) tel/fax 051-846745
La Macelleria “F.lli Onofri” aveva partecipato al progetto Bologna Capitale del Gusto
dimostrando come un artigiano possa rinnovarsi per rimanere
al passo coi tempi senza tralasciare l’attenzione e la cura per la
qualità
Ulisse Onofri, attuale proprietario della omonima macelleria di Via
Albani 15 di Bologna, ci spiega come sia cambiato l’assetto del suo
negozio proprio sulla base dei cambiamenti e delle abitudini della
clientela. Sono suo padre e suo zio che, in società nel 1971, aprono
questo negozio pensando addirittura di ridurre la metratura dello stesso
perché troppo ampio, mentre oggi, spiega Ulisse “il lungo bancone si
presta perfettamente alla grande varietà di prodotti pronti a cuocere
che preparano artigianalmente ogni mattina”. Preparano più di 40
soluzioni semi lavorate, caratterizzate da carni selezionate, forme
diverse, condite e aromatizzati con spezie e verdure differenti. Hanno
frequentato corsi specializzati per offrire i migliori prodotti
nutrizionalmente equilibrati, cromaticamente efficaci e soprattutto
cucinabili in non più di quindici minuti. E’ una lotta continua alla
ricerca di prodotti appetibili da proporre ogni giorno con cura e
attenzione al cliente per evitare di venire travolti dai grandi numeri
dei Supermercati. Passione, professionalità, grande qualità delle
materie prime e anche un po’ di fantasia sono i talenti di questi
macellai che sapientemente consigliano i loro clienti anche su modi e
tempi di cottura ben coscienti che i prodotti tipici ormai si vendono
solo per le grandi occasioni come Natale e Pasqua e che sempre più
spesso si fa la spesa una volta alla settimana (sfruttando il
congelatore) per risparmiare tempo. Cambia il modo di cucinare e di fare
la spesa tanto da costringere gli artigiani ad adattarsi a ritmi nuovi e
a nuove proposte.
Una tappa per gli amanti del buon mangiare a Bologna è sicuramente la Trattoria Padelle d'Oro. "Locale caratteristico, arredato in modo
particolare, con veranda, servizio ben curato, specialità minestre, ma
molto appetitosi anche i secondi."
Via Delle Fonti, 45/b
Comune: Bologna Telefono: 051703462
Nel 1876 un giovane salumiere di Bologna, Giuseppe Vaccari (la sua
bottega si affacciava su Piazza Maggiore, vicino al famoso fittone
simbolo della Goliardia universitaria bolognese) capisce che è
necessario ridare vita alla Compagnia dei Salaroli.
Dopo l’Unità d’Italia, Bologna è una fiorente città in cui
l’industria salumiera è un’eccellenza. Nella città di Bologna c’erano
circa 70 fabbriche di mortadella e oltre 200 salumerie con laboratorio
di produzione: circa 10mila persone lavoravano nella cultura del maiale.
Vaccari intuisce che il settore ha nuovamente bisogno di unirsi in una
corporazione: con l’aiuto di Ludovico Berti, avvocato e consigliere
comunale, aggrega i principali industriali salumieri della città. Nasce
nel 1876, con nome pomposamente risorgimentale, la Società di Mutuo
Soccorso tra Salsamentari ed industrie affini.
Nel primo consiglio direttivo erano i nomi più importanti della
salumeria bolognese: Lanzarini, Nanni, Colombini, Forni, Zappoli,
proprietari di mortadellifici che già esportavano il nome di Bologna e
della sua gastronomia in tutto il mondo.
I salumieri bolognesi di fine Ottocento erano grandi innovatori, in tutto il processo produttivo e commerciale.
Alessandro Forni era proprietario di un mortadellificio in zona
Corticella. Fu il primo a brevettare la scatola di piombo a tenuta
stagna (dove oggi si commercializza il tonno in scatola, ad esempio) per
esportare le mortadelle negli Stati Uniti.
Questa intuizione condusse ad un’altra, ancora oggi fondamentale per
la vendita degli insaccati in salumeria: nel 1875 Forni ispirò un
giovane meccanico a produrre il primo esemplare di affettatrice. Grazie a
questo nuovo marchingegno il Forni poteva inscatolare mortadella
affettata fine e spedirla in tutta il mondo. L’affettatrice dunque non è
stata inventata in Olanda da Berkel, ma a Bologna.
I Salsamentari di fine Ottocento furono grandi geni della
comunicazione commerciale, del marketing e della pubblicità. Sempre a
Forni si deve l’invenzione del “packaging brandizzato”, cioè delle
scatolette di varie forme colorate con i loghi e con le medaglie
ricevute alle Esposizioni Universali.
Ma anche Ulisse Colombini e i fratelli Zappoli furono grandi
innovatori nella pubblicità dei loro prodotti. Utilizzando la mano
creativa di artisti grafici e disegnatori dell’epoca, oggi conserviamo
splendide locandine in stile liberty in cui l’ironia tipicamente
bolognese si unisce all’eleganza dell’epoca. Le nuove tecnologie di
produzione portavano la mortadella al grande pubblico e la pubblicità ne
faceva un vanto della gastronomia bolognese.
La Società di Mutuo Soccorso tra Salsamentari ancora oggi è attiva
nella città di Bologna: la Salumeria Simoni mostra con orgoglio
l’appartenenza al glorioso sodalizio dei Salsamentari esponendo copia
del gonfalone in vetrina.
Il
progetto “Bologna Capitale del Gusto” era nato con l’obiettivo di
restituire ad un territorio (l’Emilia –Romagna) e ad una Città (Bologna)
una legittima funzione di Capitale del Gusto, che gli è dovuta anche
perché patria dell’autentico legislatore della sapienza gastronomica
italiana, Pellegrino Artusi, che sulla cucina bolognese espresse questo
indiscutibile giudizio: ”Quando sentite parlare della cucina bolognese
fate una riverenza, ché se la merita. È un modo di cucinare un po’
grave, se vogliamo, perché il clima così richiede; ma succulento, di
buon gusto e salubre, tanto è vero che colà le longevità di ottanta e
novant’anni sono più comuni che altrove”. A lui risponde Guido Piovene:
“La più ricca e celebre cucina d’Italia”. Si tratta dunque di una vera e
propria investitura, almeno per quanto riguarda il passato. Ma, ciò che
è più significativo, Bologna può dirsi la capitale della gioia di
vivere. Lasciamo per questo la parola ed Enzo Biagi: ”Dalle nostre parti
vivono gli ultimi epicurei e tutto riporta ad un senso concreto
dell’esistenza…. E’ certo una terra di gaudenti”. E d’altra parte, sia
perché da sempre nodo di intensi scambi commerciali, sia perché sede
della quasi millenaria Università, Bologna è sempre stata abituata a
ricevere ospiti da ogni parte del mondo, a conoscerne e ad apprezzare le
loro specialità, gastronomiche e non. Quindi tutti i paesi desiderosi
di far conoscere i loro prodotti, le loro bellezze, possono trovare a
Bologna un pubblico attento ed interessato.
Dopo tre fortunate edizioni ( Bologna 1, Bologna 2 e Monghidoro), l'iniziativa ha subito uno stop
informativo che, nel 2014, il nuovo Comitato Promotore intende superare, grazie alla
partecipazione dell'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei
del Gusto, dell'Associazione l'Altratavola e del network multimediale
L'Italia del Gusto.