Quando parliamo di Bologna e delle sue tradizioni gastronomiche ci viene subito in mente il Dottor Balanzone, bonaria maschera bolognese profondamente legata ai piaceri della tavola.
Il Dottor Balanzone: uno che di ragù sa tutto!
Fra questi naturalmente ai primi posti stanno le Tagliatelle con l’immancabile Ragù. Dunque, premesso che le tagliatelle dovrebbero essere ricavate da sfoglia rigorosamente tirata a mano ed essere di larghezza di 8 mm. (da cotta), cioè 6,5 - 7 mm. da cruda (ogni altra misura le farebbe perdere il suo particolare carattere), che corrisponde alla 12.270esima parte dell'altezza della Torre Asinelli di Bologna, vediamo ora le caratteristiche del suo sposo: il ragù (alla Bolognese of course!)
(N.B. La misura della Tagliatella è stata riprodotta in un campione aureo, racchiuso in uno scrigno, con la scritta "8 mm. - misura della Tagliatella - Accademia Italiana della Cucina -1972", gelosamente conservato alla Camera di Commercio di Bologna, a testimonianza e tutela delle gloriose tradizioni della cucina cittadina).
Il Ragù alla Bolognese con le immancabili Tagliatelle
Allora, una volta provveduto alla pasta, veniamo al condimento: cioè al vero Ragù alla bolognese: premetto che ogni cuoco, Chef o casalinga che sia, ha la sua ricetta particolare; quindi i Bolognesi (che non a caso avevano dato vita nel 1088 alla più antica Università del Mondo con il suo glorioso studio del Diritto) codificarono quella ufficiale, a cura della medesima Accademia Italiana della Cucina, una prima volta il 17 ottobre 1982, per poi aggiornarla il 20 aprile 2023, depositandola presso la Camera di Commercio di Bologna.
La ricetta definitiva (per ora…!) dunque è questa:
INGREDIENTI E DOSI (PER 6 PERSONE)
Polpa di manzo macinata grossa: gr.400;
Pancetta fresca di maiale a fette: gr. 150;
mezza cipolla: circa gr. 60;
1 carota: circa gr. 60;
1 gambo di sedano: circa gr. 60;
1 bicchiere di vino rosso o bianco;
Passata di pomodoro: gr.200;
Doppio concentrato di pomodoro: 1 cucchiaio;
1 bicchiere di latte intero (facoltativo);
Brodo di carne o vegetale leggero (anche di dado); Olio extra vergine d’oliva: 3 cucchiai; Sale e pepe.
PROCEDIMENTO
In una casseruola (di ottima qualità, pesante) antiaderente o di alluminio o in ghisa smaltata (un tempo era molto usato il tegame di coccio) di 24-26 cm di diametro, fare sciogliere la pancetta macinata o tritata con 3 cucchiai d’olio. Quindi, aggiungere gli odori tritati finemente sul tagliere (non usare il mixer) e fare appassire il battuto lentamente a calore medio basso, sempre girando con un mestolo di legno (la cipolla non deve assolutamente prendere il sapore di bruciato). Alzare il calore e unire la carne macinata e, sempre mescolando accuratamente, cuocerla per una decina di minuti fino a che "sfrigola". Versare il vino e farlo evaporare e ritirare completamente, fino a quando non si sentirà più odore di vino e, poi, unire il concentrato e la passata. Continuando a mescolare bene, versare una tazza di brodo bollente (ma si può usare anche semplicemente dell’acqua) e far cuocere piano, a recipiente coperto, per circa 2 ore (anche 3 ore secondo le preferenze e le carni usate) aggiungendo il brodo caldo man mano che occorre. A metà cottura, secondo una consigliabile antica tradizione, si può aggiungere il latte che deve essere fatto ritirare completamente. Infine, ultimata la cottura, aggiustare di sale e pepe. Il ragù dovrà risultare di un bel colore arancione scuro, avvolgente e cremoso.
NOTA: Tradizionalmente a Bologna si usava la "cartella", cioè il diaframma del manzo, oggi difficile da trovare. In mancanza, o in aggiunta, sono da preferire i tagli anteriori ricchi di collagene quali il muscolo, la spalla, il sottospalla, la pancia, la punta di petto. Si possono fare dei misti. Secondo una moderna tecnica di procedimento, le carni si fanno ben rosolare a parte, da sole, e poi si mescolano al battuto degli odori anch’essi già rosolati.
VARIANTI AMMESSE
1) Carni miste: manzo (circa il 60%) e maiale (circa il 40%) (lombo o capocollo);
2) Carni tritate al coltello;
3) Pancetta stesa o arrotolata di maiale al posto della pancetta fresca;
4) Un profumo di noce moscata;
Come vedete quando si parla di cucina a Bologna non si scherza!
Gianluigi Pagano
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